OSPITI 2022

 

Non abbiamo nessuna ragione scientifica per sostenere che un sistema è migliore di un altro, a meno di affidarsi al determinismo storico o alla legge della giungla, per cui chi vince ha ragione perché vince

Franco Cardini

All’inizio di questa faccenda una ragazza mi ha chiesto se Bulgakov, che è nato a Kiev, è uno scrittore ucraino, io le ho risposto che Bulgakov è un grande scrittore. E, quando ho saputo che gli ucraini vogliono togliere dalle loro biblioteche i testi russi proprio in quei giorni mi sono imbattuto nel romanzo/biografia che a Bulgakov ha dedicato Alekesj Varlamov, che in quarta di copertina ha la citazione che segue: «Io considero la lotta contro la censura, di ogni natura e qualsiasi potere la sostenga, come un dovere dello scrittore allo stesso titolo degli appelli alla libertà di stampa. Io sono un feroce partigiano di questa libertà e dichiaro che uno scrittore che possa farne a meno somiglia ad un pesce che dichiara pubblicamente di poter fare a meno dell’acqua

Paolo Nori

La fortuna della mia generazione è stata l’essere costretta entro limiti rigidi, limiti politici sociali familiari e culturali che non ci hanno dato scelta se non quella di ribellarci e, in questo, sperimentare le nostre capacità, la nostra volontà, i nostri sogni.

Le ultime generazioni, al contrario, non conoscono limiti. Se il nostro sfogo erano le barricate, lo sfogo di questa generazione è lo spazio virtuale. Dal mio punto di vista un impoverimento sostanziale.

Paradossalmente l’essere malmenati dai poliziotti durante una manifestazione è pur sempre un’esperienza vitale, ti obbliga a fare conti seri, schiacciare un click per condividere una delle centomila cose che succedono nel mondo è un’esperienza insignificante, ti snerva, toglie vitalità. Un bagno di realtà è quello che salva le vite degli uomini, permette loro di essere contraddittori e cambiare, ritrovare uno sguardo nuovo e antico sulle cose

Giovanni Lindo Ferretti

La dissipazione, l’eleganza, una certa aristocrazia del vivere, il non stare a misurare costi e benefici, il non mettere il proprio dio nella carriera, lo stupirsi e il lasciarsi andare, il perdersi sperando di ritrovarsi. L’inutilità, anche, ovvero l’appassionarsi a quello che non serve, l’abbracciare una causa proprio perché è una causa persa.

Stenio Solinas

Siamo tutti contagiati, siamo tutti sequenziati, siamo tutti intercettati, siamo tutti sorvegliati – nel linguaggio, perfino nello sguardo – e siamo tutti destinati al compimento della democrazia.

Tutti collocati in quella batteria d’allevamento dove però, in luogo del mangime – coi bisogni primari generalmente soddisfatti – ci viene somministrata la solitudine.

È la società delle api, nell’apnea mielosa del pensiero unico.

E chi s’assembra da sé, peste lo colga!

Pietrangelo Buttafuoco

È il desiderio, maschile e femminile, che oggi è il grande sconosciuto e il grande mistificato. Le varie identità sessuali o di genere che oggi ci vengono proposte nascondono una ignoranza totale delle profondità del desiderio, delle sue differenze, non solo di genere, ma di età, di geografia, di paesaggi, di erotismo. Oggi bisogna andare a cercare nelle mitologie indigene o nei romanzi per trovare qualcosa che ci parli ancora di desiderio.

https://www.indiscreto.org/come-e-cambiata-la-questione-maschile-negli-ultimi-dieci-anni/

Franco La Cecla

Se si tratta di autentico femminismo, esso non dà cittadinanza a ipocrisia né tantomeno a odio contro gli uomini. C’è una grande confusione, credo, tra chi usa termini di cui ignora la portata e le conseguenze pratiche, come coloro che scambiano il femminismo per il contrario del maschilismo. È fin troppo facile dimostrare che si tratta di inconsapevolezza o banalmente di mera ignoranza. Il femminismo oggi è una necessità culturale e un inevitabile orientamento politico poiché lottare per i diritti delle donne oggi e per la loro liberazione dalle logiche patriarcali significa desiderare un mondo migliore per tutte, per tutti e per chiunque, comprese le soggettività LGBTQI+ e per gli uomini stessi

https://polytroponmagazine.com/2019/04/16/recchia-luciani-per-un-femminismo-desiderante-e-intersezionale/

Francesca Romana Recchia Luciani

In un mondo grigio di ex funzionari del Kgb e di affaristi, Surkov esce dall’Accademia di arte drammatica di Mosca, scrive romanzi sotto pseudonimo e i testi per un gruppo di rock gotico, ha in casa i poster del rapper americano Tupac Shakur, e prende il suo lavoro di spin doctor come una performance artistica

Giuliano Da Empoli

I poteri non-elettivi, a carattere tecnico, oggi condizionano la vita dei cittadini e le scelte politiche allo stesso modo, se non forse ancor di più, di quelli elettivi e rappresentativi. Per questo ritengo che l’aggiunta del prefisso “tecno” al termine “democrazia” possa aiutare a descrivere meglio la politica del nostro tempo, in cui tecnocrazia e democrazia coesistono dando vita a un regime misto.
Lorenzo Castellani

Se esci da New York, non si vive bene, parliamo di un Paese estremamente violento, si sparano per le strade, non c’è uno Stato Sociale, perché gli americani pensano che lo Stato Sociale vada a rendere molle la popolazione. Sono Paesi che importano esseri umani, gli americani lo fanno da sempre, perché l’immigrato rende giovane e violenta la popolazione. Per i russi la mentalità è più o meno la stessa: si muore di fame da sempre, non si è mai ricchi – mai per i nostri standard – e che cosa li tiene in piedi? Che cosa li rende orgogliosi di essere russi? Il fatto che la Russia sia temuta e rispettata. Punto. Anche se muoiono di fame.
Dario Fabbri

Sono fedele a un principio: dubitare sempre, anche quando ti accusano di intelligenza con il nemico, anche quando sei solo: l’ho fatto con i miskitos del Nicaragua, l’ho fatto con i marielitos di Cuba, l’ho fatto con le foibe o con i marò, con Abu Ghraib e Fabrizio Quattrocchi, con i bambini uccisi in Libano e con la Chiesa della Natività.
Toni Capuozzo

Un tempo credevo che l’onestà fosse la caratteristica più importante per un politico. Oggi non lo penso più. L’onestà dovrebbe essere un prerequisito per fare attività politica ma oggi più che mai penso che chi decide di voler rappresentare il Popolo italiano in primis dovrebbe avere coraggio.

Coraggio di andare controcorrente, coraggio di schierarsi, coraggio di sfidare le strumentalizzazioni. Coraggio di mettere a repentaglio la propria carriera politica se necessario.

Alessandro Di Battista

…L’umanità che si sta autodistruggendo – cognitivamente, emotivamente e politicamente – è quella che non ha resistito a fare proprio il messaggio suadente, ma letale, di Friedrich Nietzsche…

Paolo Ercolani

Il corrispondente di guerra è una figura che c’è sempre stata e sempre ci sarà, perché ciò che

fa la differenza, tra le agenzie, i massimi sistemi, le analisi di geopolitica, è il ‘campo’, cioè l’andare sul campo.

Ed è tutta un’altra storia, là annusi il conflitto, in trincea capisci cosa succede veramente in prima linea.

È un mestiere che si fa, almeno nel mio caso, per passione.

La vita non ha prezzo, non credo si faccia per altro, si fa per passione e servirà sempre.

Fausto Biloslavo

Nei sogni dell’egemonismo Usa, il gigante asiatico dovrebbe implodere per essere sostituito

da un insieme litigioso di staterelli deboli e incapaci di sfidare il dominio imperiale.

Secondo tale patologia, un mondo plurale è inconcepibile. Le nazioni non possono convivere

pacificamente nella diversità, ciascuna con proprie caratteristiche ideologiche, sociali ed economiche.

No, questo non è consentito.

Alberto Brandanini

L’unico pregio è che la letteratura si svolge indipendentemente dal mondo dei letterati come un fuoco sotterraneo. Appunto che i grandi poeti e scrittori vanno cercati nel sottosuolo e nel sottoscala della letteratura. Dove non ci sono i riflettori, ma la riflessione. Il difetto è che siamo un paese di sciovinisti che credono nei premi e non nei libri e che chi sia in cima alle classifiche sia il grande scrittore del momento. Quando invece in letteratura, la quantità ha poco a che fare con la qualità.

Davide Brullo

La verità è che il mercato, da sé, non è assolutamente in grado di assicurare la crescita e lo sviluppo di un paese; al contrario, il tessuto produttivo di una nazione può fiorire solo laddove lo Stato intervenga attivamente per creare un circolo economico virtuoso, soprattutto nel bel mezzo di una devastante crisi economica come quella che stiamo attraversando da mesi (anzi, da anni). […] Va da sé, però, che per fare questo – cioè per poter sostenere l’economia attraverso la politica di bilancio e i disavanzi pubblici in particolare – lo Stato deve controllare le leve dell’economia, a partire da quella monetaria.

Thomas Fazi

Senta, questa storia di mettere etichette è una manovra da imbecilli. Nel senso etimologico della parola: in baculum, gente che non ha cervello e allora si deve appoggiare a un bastone.

Questi imbecilli non hanno né senso del dialogo né senso del ragionamento.

Per costoro pure il Papa e addirittura Kissinger sono filo-Putin.

Poveracci.

Fabio Mini

La verità è che Aurelietto è stato uno sciuscià; il bambino figlio di uno dei Ladri di biciclette (il mio patrigno gli rassomigliava); è stato barista, piastrellista, macellaio, contadino, manovale, apprendista gemmologo, apprendista usuraio, apprendista venditore di gioielli, verduraio. 

Aurelietto è stato è stato amico del grande falegname Scaramucci di Spoleto; di Angelino il Padreterno, grande restauratore, con il fratello Alvaro che vendeva i migliori baccalà della città. Aurelietto ha visto gli ultimi invalidi di guerra con gli arti e le stampelle di legno (altro che Pinocchio); ha visto i reduci garibaldini con la camicia rossa che cantavano nella notte tra le torce conficcate nelle crepe della antichissima casa del nonno: repubblicano e mazziniano.

Aurelietto ha visto i morti distesi sul letto in casa; a lui non è stata sottratta la morte come si usa fare adesso.

Aurelio Picca

Nietzsche è il pensatore della libertà e della responsabilità, dell’io intimo che si pone alti compiti diventando così un destino. Per realizzare tutto questo, Nietzsche attraversa certo i sottosuoli

della décadence e della malattia, ma per ricercare la grande salute. Perché egli sa molto bene, come intuisce Heidegger nei suoi corsi accademici, che “lo sprofondare può essere contrastato soltanto con una elevazione ancora più potente e non mantenendo semplicemente l’altezza fin qui tenuta, perché, alla fine, questo ha come conseguenza il mero esaurimento”.

Nietzsche critica la democrazia e il socialismo perché avverte il rischio dell’equiparazione degli spiriti più liberi e creativi ai valori più bassi dell’intelligenza.

Riccardo Roni

Il lavoro dello storico somiglia molto a quello del Pubblico Ministero. Deve ricostruire quanto accaduto. Sceglie le fonti di cui servirsi, i documenti, le testimonianze. Poi, in conclusione, tira le somme formulando una richiesta. Ricorre a tutta la sua capacità espressiva. Ma l’esito finale non lo decide lui. Sono altri che accettano, in tutto o in parte, la ricostruzione della sua verità.

Oppure la rifiutano. Il tempo della soddisfazione o della delusione è breve. Il giorno dopo si ricomincia.

Il giudice supremo dello storico sono i lettori.

Claudio Siniscalchi

Tra le tante cose che hanno cambiato l’essere umano nel corso della Storia ci sono l’uso degli utensili, la scrittura, il fuoco, ma un posto fondamentale lo occupa il rapporto con le altre specie.

Sono stati gli animali ad aprire all’immaginazione dell’essere umano degli spazi esistenziali che prima, per lui, nemmeno esistevano.

Roberto Marchesini

Mi dicono anarchico perché vado libero,
e poi di “destra”, perché sono un
assolutista totalitario energumeno teppista…
mi dicono quel che non sanno,
quando la mia terra è rossa di sangue,
la mia gente ha sempre tagliato gole
e la mia casa è quella memoria di lamenti.
Mi dicono…quando io non sono
che l’eccesso e l’oltranza…il paradosso, l’iperbole
o un azzimato ballerino di valzer…all’occorrenza.
Io so solo “che ho fatto la guerra”,
che ho ucciso, che ho razziato
e che…forse (causa voi, e la vostra falsa civiltà)
ancora non trovo, per me stesso, il pentimento.

Gian Ruggero Manzoni